Mte COCUSSO
L’itinerario parte dalla Città di Trieste per raggiungere la cima del monte Cocusso sul Confine Italo-Sloveno. Delle colline che circondano la città di Trieste essa è la più alta di quelle in territorio Italiano, mentre altre più alte si trovano in territorio sloveno, finalmente senza confini. La cima del Cocusso rappresenta un caratteristico simbolo della separazione che esisteva tra le due nazioni ed è attraversato da numerosi sentieri e strade che un tempo servivano alle forze dell’ordine di entrambi gli stati per il controllo dei rispettivi confini. A fianco della sua cima in direzione Basovizza (italia) è ancora visibile dal satellite la scritta Tito inneggiante al famoso maresciallo. Si parte a Trieste dal piazzale delle Puglie, presso il campo di calcio di Ponziana e tramite strade non troppo trafficate, qualche scorciatoia e le prime rampe si raggiunge in via Almerigotti la ciclabile della Val Rosandra, che ci condurrà verso panorami e falesie di tutto rispetto. All’abitato di Draga S. Elia si prosegue sempre sulla sede della ex ferrovia per sfociare in Slovenia. Si proseguirà quindi a sx per l’abitato di Mihele ,con una tipica chiesetta carsica (bivio precedente) e si continuerà in salita asfaltata verso l’abitato di Krvavi Potok posto nei pressi del vecchio confine di Pese e la strada principale per Fiume (Rjeka), ma anche della buona birreria “Flora”. Attraversata quest’ultima si prosegue sempre su asfalto verso il paesino di Vrhpolje per poi girare dopo i primi prati per il tratturo che conduce verso la cima. I primi sei tornanti sono duri per il cattivo fondo ghiaioso e nelle stagioni calde sono esposti al sole, ma d’inverno ci si scalda volentieri. Poi si arriva alla chiesetta diroccata di Sveti Tomaz ed al Zeleni Center (centro verde) da dove lo sterrato prosegue con un po’ di saliscendi fino alla vetta slovena ed al rifugio. Il rifugio aperto nei fine settimana offre cucina casalinga a prezzi onesti e si trova nelle vicinanze dell’antenna per trasmissioni posta in vetta, che rappresenta una caratteristica delle cime ciclabili slovene (anche per questo vi sono le strade di accesso). Dopo essersi rifocillati si scende dal lato nord per una serie di tornanti che conducono al confine di Lipizza (nota per i cavalli) e quindi si rientra in Italia verso Basovizza. Ci si dirige verso il Bosco Bazzoni e la Foiba di Basovizza che è monumento nazionale in ricordo dei fatti del dopoguerra. Di seguito a questa si imbocca uno sterrato ed un single-trak che porta sul margine del costone carsico con vista strepitosa sulla val Rosandra e in direzione del monte Carso, e Taiano mete di altre gite. Siamo presso l’imbocco dei sentieri per il comprensorio delle “Rose d’Inverno”, palestra di roccia con alcune vie per principianti e piccole vie ferrate, ideata dal sig. Ettore Tomasi, attualmente gestita dal CAI. Da qui ancora uno scorcio sulla valle presso la vedetta di S. Lorenzo e giù in discesa alla ciclabile verso il rientro. Si completa la ciclabile fino all’abitato di S. Giacomo (ancora alcuni lavori di completamento) e per via Orlandini si perviene al punto di partenza. Periodo consigliato: tutto l’anno però d’inverno la bora può farsi sentire Note: portare documento di identità Varianti: il percorso può partire direttamente dall’inizio della ciclabile della val Rosandra presso la via Gramsci < Ponziana (lavori ancora in corso – ma attualmente transitabile).
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